Al di là del linguaggio dei fiori e del suo significato più comune, che tutti conosciamo (ovvero quello di fiore del sonno date le sue proprietà soporifere), il papavero rosso nasconde significati legati al suo colore rosso profondo e intenso. Da sempre infatti la delicatezza di questo fiore, e soprattutto di come il sole attraversa i suoi fragilissimi petali, affascina molte persone. E affascina soprattutto il modo in cui, nonostante la sua fragilità se ne stia lì, bello, alto, completamente aperto al sole.
Il papavero, insieme al narciso e alle spighe di grano, è associato alla dea del grano Demetra (Madre Terra e dea della maternità). I suoi petali brillanti e variopinti sono considerati “il fiore blu” degli alchimisti.
Questo è considerato il fiore della consolazione e della semplicità: perché della consolazione? Una leggenda narra che Demetra, dea dei campi e dei raccolti, per ritrovare la serenità dopo aver perso la figlia sorseggiò molti infusi realizzati con fiori di papavero.
Mi piace pensare che questo fiore “tutto seta e fuoco” che cresce così spontaneo ovunque (e qui a La Maddalena ne vedo molti tutte le primavere, pur raccogliendo solo una manciata, per le mie creazioni), sia anche il fiore del sollievo e della gioia. Ogni volta che il mio sguardo si posa su di loro, infatti, mi sembra di sentire il caldo abbraccio del sole. E questo suo essere un fiore così “solare” spiegherebbe il motivo per il quale questo fiore è così tanto amato: ci rivediamo nella sua fragilità e anche nella sua forza di esporsi al sole, al mondo, nonostante tutto. In effetti, se lo si guarda attentamente, ogni fiore è una presenza viva e poetica: si apre al sole e ci regala i suoi colori e i suoi profumi con delicatezza.
E pensare che un tempo, anche i papaveri che ora vediamo in ogni angolo, erano piccoli semi sotto terra. Quanto lavoro invisibile fanno i fiori, quanta bellezza ci regalano senza nulla chiedere in cambio!
“Io ho nelle mie mani un piccolo papavero rosso raccolto domenica (…). E’ un fiore intensamente semplice, intensamente floreale. Tutto seta e fuoco, un calice scarlatto tagliato perfettamente tutt’intorno, si vede da lontano in mezzo alle erbe selvatiche, come un carbone ardente caduto dagli altari del cielo”. -John Ruskin